Il fenomeno delle prestazioni sanitarie a gettone sta mettendo a rischio la tenuta del sistema sanitario pubblico. Un vero e proprio circolo vizioso che alimenta carenze di personale e costi insostenibili per le casse dello Stato.


Il report ANAC sull'impiego di medici e infermieri gettonisti fotografa una situazione sempre più critica: nel 2024 il Piemonte è la regione italiana con la maggior spesa per medici e infermieri a gettone, raggiungendo 115 milioni di euro, un dato che supera persino la Lombardia e che evidenzia quanto il sistema sanitario regionale dipenda da queste prestazioni temporanee. «È un sistema vizioso che si autoalimenta. Più si ricorre ai gettoni assegnati a professionisti esterni con paghe quattro o cinque volte superiori a quelle dei medici ospedalieri, più si incentivano i professionisti a lasciare il servizio pubblico per lavorare come gettonisti. Questo genera un bisogno crescente di personale a gettone, con un impatto devastante son solo sulle finanze pubbliche, ma anche sulla qualità dell'assistenza», dichiara Ivan Bufalo, presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino.

L'allarme, però non riguarda solo i medici. «Se non viene messo un freno al fenomeno, presto coinvolgerà anche gli infermieri - continua Bufalo -. Già oggi, a fronte di condizioni di lavoro esasperanti e stipendi inadeguati, molti infermieri stanno abbandonando gli ospedali per passare alla libera professione. La soluzione? Pagare medici, infermieri e operatori sanitari con stipendi in linea con la media europea e, se il caso, riservare i gettoni ai soli dipendenti pubblici per acquisire la loro disponibilità alla copertura di turni aggiuntivi al normale orario di lavoro Solo così potremo fermare questa emorragia di professionisti, richiamarli verso le aziende sanitarie pubbliche e garantire ai cittadini un servizio sanitario efficiente e di qualità».

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