«Da più parti giungono angoscianti relazioni di infermieri che operano in situazioni disastrose. Completamente abbandonati a loro stessi, da responsabili di strutture che di responsabile hanno ben poco»: i presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche di tutto il Piemonte esprimono la loro più viva preoccupazione per le condizioni in cui versano le strutture assistenziali territoriali della regionale nel contesto di questa emergenza pandemica. E lo fanno in una lettera indirizzata al Governatore della Regione Alberto Cirio, all'assessore alla Sanità Luigi Icardi e a tutti gli infermieri iscritti all'Albo in Piemonte.

I presidenti degli OPI hanno fatto quanto possibile per tutelare i pazienti, gli infermieri e gli altri operatori che operano in quelle strutture. «Ma si avverte la mancanza - dice Massimiliano Sciretti, presidente del Coordinamento Opi Piemonte - è di una vera incisività decisionale dell’Unità di crisi regionale della quale si conoscono solo tardivamente i provvedimenti. Queste misure sono state assolutamente inadeguate dato che, come è avvenuto in talune strutture, sono deceduti fino a 41 ospiti e gli operatori sono stati falcidiati dal Covid19».

A detta degli Ordini delle professioni infermieristiche la scelta di non inserire neppure un infermiere nell’Unità di crisi si commenta da sola. «Forse una Unità di collegamento con gli Ordini infermieristici provinciali - aggiunge Sciretti - avrebbe determinato una visione più dettagliata della situazione non solo ospedaliera ma anche territoriale e certe decisioni, se ci sono state, sarebbero state migliori. Ma è inutile recriminare sul passato. Quello che ci preme sapere, oltre alle scarne circolari regionali, è quali sono le misure, adesso urgentissime, che l’Unità di crisi e di conseguenza l’Amministrazione regionale intende adottare per salvaguardare la salute degli ospiti non ancora contagiati delle strutture residenziali territoriali, come intende curare quelli già contagiati e quali misure intende mettere in atto per tutelare la salute e la vita degli infermieri e degli altri operatori che lavorano in tali strutture».

Pur con la consapevolezza del ruolo istituzionale che impone determinati stili di comportamento, il Coordinamento OPI regionale non esiterà a ricorrere a tutti gli strumenti giuridici possibili per tutelare in ogni modo i cittadini e tutti gli infermieri.

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