18° Rapporto Sanità del C.R.E.A. – Centro Ricerca Economica Applicata in Sanità

I DATI DEL RAPPORTO C.R.E.A. 2023 CONFERMANO L’ATTUALITÀ DELLE RICHIESTE AVANZATE DALLA FEDERAZIONE NAZIONALE DEGLI ORDINI DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE NELLA PRIMAVERA 2020

Ivan Bufalo (OPI Torino): “Troppo pochi, con stipendi troppo bassi e con scarsissime opportunità di carriera. La professione infermieristica è sempre meno attrattiva. Servono riforme urgenti”.

 Come ormai ampiamente dimostrato, i professionisti infermieri rivestono un ruolo di primaria importanza, sia nel garantire la salute dei cittadini, sia nella tenuta del Sistema Sanitario Nazionale. Tuttavia i dati forniti dal Rapporto Sanità del C.R.E.A., confermano quanto di allarmante è già stato a più riprese denunciato, dagli Ordini delle Professioni Infermieristiche: gli infermieri sono troppo pochi, sono ampiamente sottopagati e in assenza di reali possibilità di sviluppo di carriera, la professione non è più attrattiva tra i giovani.

Dopo Barbara Mangiacavalli (Presidente della Federazione Nazionale), anche Ivan Bufalo (Presidente dell’Ordine di Torino) interviene su quanto certificato dal Rapporto C.R.E.A.: “La condizione in cui versa la professione infermieristica è allarmante. Nonostante gli sforzi in termini di assunzioni compiuti durante il periodo Covid, gli infermieri sono ancora troppo pochi e con questi numeri, oltre alle criticità che già insistono nei reparti ospedalieri, non sarà neanche possibile garantire il potenziamento dei servizi assistenziali territoriali come previsto dal D.M. 77. Un potenziamento di cui i nostri anziani, i nostri malati cronici e più in generale i nostri cittadini, hanno purtroppo grande necessità e impellente urgenza”.

Continua Ivan Bufalo: “Avviare concorsi per le assunzioni, non risolverà il problema poiché, il numero di infermieri a disposizione oggigiorno, è comunque inferiore a quanto realmente necessario. Neanche l’eventuale aumento di posti a disposizione presso le Università Pubbliche, in relazione ai corsi di laurea offerti per la professione infermieristica, sarà sufficiente a colmare la mancanza di giovani iscritti, sempre meno attratti da basse aspettative. A fronte di una professione che richiederà fatica e grandi responsabilità, offrendo scarsissimi sviluppi di carriera risultando tra le peggio pagate in Europa, le giovani generazioni tendono infatti comprensibilmente a guardare altrove”.

Servono allora riforme urgenti. Incedere sull’attrattività della professione infermieristica è il primo fondamentale passo da compiere.

“Proprio in questa direzione andavano le proposte avanzate al Governo dalla FNOPI della primavera 2020 e reiterate ed aggiornate in questi giorni dalla Presidente Mangiacavalli.” ricorda il Presidente dell’OPI di Torino.

“La predisposizione di una specifica area contrattuale infermieristica che ne riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità; il superamento del vincolo di esclusività e l’accessibilità all’attività libero professionale; l’introduzione nei LEA (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale per dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale con l’istituzione delle competenze specialistiche degli infermieri; la valorizzazione della formazione infermieristica negli atenei, con l’istituzione delle lauree magistrali a indirizzo clinico; la valorizzazione economica delle competenze cliniche e dei ruoli di management svolti dagli infermieri nelle organizzazioni sanitarie, il riconoscimento dell’autonomia prescrittiva in ragione delle competenze acquisite in relazione ai presidi e agli ausili per l’assistenza infermieristica. Queste sono le principali materie sulle quali serve che la Politica intervenga con maggiore tempestività” conclude Bufalo.

Senza riforme, non ci saranno nuovi infermieri e senza nuovi infermieri non c’è futuro.

 

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