Gli infermieri sono una figura indispensabile in ogni ospedale. Questo vale sia per coloro che lavorano in corsia, sia per chi aiuta il corretto funzionamento della sanità pubblica nelle retrovie. «Le ultime notizie che riguardano la presunta indolenza del personale sanitario non sono da prendersi come pigrizia, ma come un altro sintomo della cronica mancanza di infermieri negli ospedali pubblici.» Ha commentato Ivan Bufalo presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino all’indomani degli articoli usciti sulle testate locali. 
 
Sono infatti gli operatori sanitari a svolgere tutte le operazioni necessarie per la cura dei pazienti, che riguardano anche l’organizzazione delle attività quotidiane da fare necessariamente in ufficio.
«Si stima che il 25% degli infermieri della nostra Provincia sia impiegato negli uffici, ma il dato va interpretato diversamente - precisa Bufalo - Questa stima nasce da dati noti presso l’Azienda Ospedaliera Città della Salute, e può essere certamente una media di riferimento rispetto alle altre ASL del nostro territorio, ma in realtà questa percentuale si riferisce ai colleghi che hanno esoneri per idoneità fisica. Il lavoro dell’infermiere è fortemente usurante, molti colleghi hanno problemi alla schiena o altre patologie che non permettono loro di lavorare in ambiti che li obbliga a carichi pesanti. Il che non significa che tutti questi infermieri svolgano lavori d’ufficio, molto più spesso sono impiegati negli ambulatori, nei centri vaccinali, ecc. Dunque personale attivo con i pazienti, ma con mansioni più congrue e non sicuramente imboscati, coma alcuni giornali hanno accusato in questi giorni». Dati quindi che acclarano la necessità di nuove leve e che sottolineano la carenza di personale infermieristico in corsia.
 
«Nelle tabelle delle ASL non c’è differenza tra infermieri operativi in corsia e quelli impegnati in funzioni amministrative - conferma Bufalo - è anche vero che però entrambi svolgono un ruolo fondamentale. È importante fare un’analisi completa per fornire numero congruo, ma è altrettanto fondamentale sottolineare che uno dei compiti degli infermieri è fornire assistenza e supporto ma anche organizzare il lavoro».
 
Gli infermieri hanno tutti un ruolo diverso, basta pensare agli infermieri del Pronto Soccorso a quelli delle Sale Operatorie o a quelli delle Corsie che svolgono funzioni diverse da quelli impegnati nella Formazione, nei Controlli di Qualità o di programmazione e gestione dell’Organizzazione. L’apporto di ciascuno di questi è indispensabile al funzionamento delle aziende sanitarie e ogni tipo di impiego è funzionale al Sistema nel suo complesso.
«L’usura fisica che colpisce chi è impiegato nell’assistenza richiede attenzione e riflessione e al contempo sarebbe banale sostenere che chi tra gli infermieri ha subito danni alla salute può essere reimpiegato nei settori non assistenziali, poiché l’attività sanitaria svolta negli uffici spesso richiede alti livelli di specifiche competenze. È nostro intento analizzare la situazione di concerto con le Asl e portare i dati di questa indagine in un tavolo di lavoro in Regione per approfondire la questione. Con i numeri alla mano potremmo affrontare la carenza degli infermieri e garantire un servizio sempre migliore a pazienti e ai loro famigliari».
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