Torino, 8 ottobre - Domenica scorsa, l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, in collaborazione con l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Vercelli e l'Ordine dei Medici di Torino, ha partecipato in qualità di stakeholder alla conferenza programmatica del Partito Democratico sul tema della Sanità in Piemonte.
 
Con questo coinvolgimento, l'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino ha rafforzato il proprio ruolo di rappresentante istituzionale delle professioni infermieristiche, portando all'attenzione dei decisori politici le aspettative dei professionisti in merito agli indirizzi programmatici relativi alla sanità, che saranno al centro delle prossime competizioni elettorali. Tale iniziativa, in ultima analisi, riflette l'interesse deontologico naturale degli infermieri verso la tutela della salute individuale e collettiva. L'Ordine di Torino si pone come disponibile a ripetere tale azione in collaborazione con qualsiasi forza politica desideri ascoltare le richieste delle professioni che rappresenta.
 
Tra i numerosi temi affrontati durante la conferenza, il presidente Ivan Bufalo ha posto un'enfasi particolare sulla prevenzione territoriale, sottolineando l'importanza di un adeguato investimento nella figura dell'Infermiere di Famiglia e Comunità e l'introduzione dell'Infermiere Scolastico. Inoltre, ha sottolineato l'importanza di implementare azioni volte a garantire il benessere degli operatori sanitari, in modo da consentire loro di svolgere il proprio ruolo professionale al meglio. Attualmente, sia nella nostra Provincia che in tutta la nostra Regione, così come in tutto il Paese, gli infermieri, insieme agli altri operatori sanitari, affrontano sfide significative, tra cui carenze di personale, aumenti dei carichi di lavoro, remunerazioni inadeguate, limitate opportunità di progressione di carriera nella pratica clinica e crescente aggressività nei loro confronti. Tutto ciò mina la missione professionale di cura e assistenza, a scapito dei pazienti e dei professionisti stessi.
Il problema della carenza di risorse non può essere semplificato con una semplice richiesta di assunzioni. Gli infermieri sono in diminuzione ovunque e questa tendenza è destinata a persistere. Già oggi mancano migliaia di infermieri, e le università non sono in grado di formare un numero sufficiente di infermieri per compensare quelli che vanno in pensione ogni anno. È necessario adottare interventi strutturali che rendano la professione infermieristica più attrattiva per le nuove generazioni al fine di garantire una forza lavoro sufficiente.
In ogni caso, la politica ha l'obbligo etico di guardare al futuro e riconoscere che nei prossimi 5-8 anni ci troveremo di fronte a una crescente carenza di infermieri. Pertanto, è essenziale ridefinire completamente i modelli organizzativi, concentrandosi sulla competenza di ciascun professionista. Non è più sostenibile considerare gli infermieri come la soluzione a tutti i bisogni del sistema sanitario. Gli infermieri devono poter svolgere il proprio ruolo professionale, mentre le attività non infermieristiche devono essere affidate ad altre figure in base alle rispettive competenze.
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