TORINO, 13 OTTOBRE 2023 «Oggi un infermiere costa alla Sanità pubblica un euro per ogni passo che fa». Sembrano queste le parole pronunciate dall’assessore alla Sanità regionale Luigi Icardi in un’intervista rilasciata  a un quotidiano torinese dopo l’incontro di ieri in Regione sulla cabina di regia del Parco della Salute.
«Mi auguro che la frase dell’Assessore sia stata mal trascritta, perché se davvero l’avesse pronunciata sarebbe oltre che infelice e offensiva, totalmente fuori luogo». Non ha mezzi termini Ivan Bufalo Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino. 
 
 
Tema della discordia una frase detta durante la conferenza stampa di ieri al Grattacielo regionale dopo l’annuncio da parte del commissario straordinario Marco Corsini dello sblocco della gara per l’affidamento dell’appalto di realizzazione del Parco della Salute e della Scienza di Torino. 
«Siamo in un momento di forte crisi della Sanità pubblica della nostra Regione e sopratutto per la professione infermieristica - sottolinea il Presidente - è noto come sempre meno ragazzi aspirino a diventare infermieri a seguito di stipendi troppo bassi in relazione alle competenze e alla responsabilità degli infermieri, alle scarse opportunità di carriera e allo scarso riconoscimento sociale. Un'enunciazione simile da parte delle Istituzioni è davvero grave».
Gli infermieri italiani sono considerati tra i più preparati in Europa e contemporaneamente risultano tra i peggio pagati.
«Durante la Pandemia gli infermieri hanno dimostrato tutto il loro valore buttando il cuore oltre l’ostacolo, sopportando l’insopportabile, mettendo le proprie famiglie, la propria salute e persino la propria vita in second’ordine rispetto al bene della collettività. Hanno dimostrato capacità straordinarie e hanno garantito la tenuta di un sistema organizzativo della Sanità che non era all’altezza. Purtroppo moltissimi colleghi ne sono usciti a pezzi» prosegue Bufalo «Descrivere oggi gli infermieri come un costo anziché come una risorsa preziosa per la comunità è un’affermazione così grave che squalifica più chi la fa che chi la riceve, a maggior ragione se proviene da chi è chiamato ad essere l’Istituzione di governo della Sanità».
Dopo la pandemia la situazione di poco è cambiata. Oggi in Piemonte, a seconda delle stime, mancano dai quattro ai seimila infermieri. Vuol dire che quelli che ci sono lavorano sotto organico, in alcuni contesti spremuti al limite del sopportabile. 
L’infermiere che per natura professionale e per credo deontologico dovrebbe essere chiamato a prendere globalmente in carico i bisogni di salute della persona è invece costretto a rincorrere il mero svolgimento della prestazione numerica, spesso a scapito della qualità e del benessere dell’assistito.
«Bisogna quindi essere cauti nel sostenere certe tesi - marca il Presidente dell’Ordine degli Infermieri - Se davvero, come sembrerebbe affermare Icardi, ogni infermiere costa alla Sanità pubblica un euro per ogni passo che fa, ammesso che sia vero, e non credo proprio, bisognerebbe allora rendere evidente ai cittadini anche quanto costa alla collettività ogni passo fatto magari da un assessore regionale, e poi metterlo il relazione al beneficio che il suo operato ha prodotto per quella collettività. Sono certo che almeno gli infermieri ne uscirebbero a testa alta». 
Consiglia Bufalo: «Io mi auguro che la frase riportata dai giornali sia stata estrapolata da un discorso più ampio e che lo stesso Assessore si dissoci da quel virgolettato».
Il Presidente poi prosegue con un parallelismo:  «Sono tanti gli infermieri che utilizzano il conta passi durante il lavoro attraverso i propri apparecchi smart - annuncia Bufalo - Proprio questa mattina abbiamo lanciato un’indagine tra i nostri iscritti e ne è risultato che in media un infermiere, a seconda dei setting di cura, compie tra gli 8.000 e i 12.000 passi per turno di  lavoro. In considerazione dei 21 turni di lavoro svolto nel mese e ad una media di 10.000 passi a turno, possiamo affermare che un infermiere nell’esercizio del proprio lavoro compie 210.000 passi nel mese. Se così fosse, al netto delle tasse un infermiere potrebbe guadagnare circa 125.000 euro al mese, eppure, nonostante si ammazzi di notti, di festivi, reperibilità e che lavori in una terapia intensiva, in un pronto soccorso o in un reparto di malattie infettive o al 118, arriva guadagnarne al massimo 1.700-1.900. Forse qualcosa nel calcolo non torna».
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